La previsione strategica costruisce scenari di possibili futuri con metodo, usando pratiche scientifiche come il CLA, che rimette in discussione i livelli della realtà presente, modificandoli, per poi ri-creare scenari fondati su basi (ideologiche e valoriali) diverse.
Il CLA – Causal Leyered Analysis è stato ideato nel 1998 da Sohail Inayatullah, UNESCO Chair in Futures Studies presso il Sejahtera Center for Sustainability and Humanity. È una delle pratiche di futuro più usate e famose. Qui è possibile leggerne un articolo su ResearchGate.
Il CLA lavora sul futuro rimettendo in discussione i fondamenti del presente su quattro livelli (Litanie, Sistemi, Visioni e Miti), rimescolando le idee e poi generando scenari nuovi, fondati su principi diversi.
Come funziona il CLA ed i livelli di analisi
Il nome dice già tutto: il CLA è un’analisi causale stratificata.
Usare questa tecnica significa andare a sondare la realtà su più livelli interdipendenti tra loro (appunto: stratificati), per approfondire la conoscenza del presente e delle cause che lo hanno generato, partendo da quello che è più visibile e superficiale, indietro fino ai livelli ideologici e culturali più profondi e antichi, che vengono definiti “miti”.
Il CLA è un metodo di lavoro sul futuro che parte da una visione definita e che si vuole mettere in discussione o indagare. Allo stesso tempo, il CLA permette di generare alternative. Ma vediamo come funziona, scoprendo il lavoro livello per livello:
livello 1 – le Litanie
Si chiamano “litanie” quelle informazioni che “sono sulla bocca di tutti”. Di fatto il primo livello raccoglie dati dal sentito comune, dalle informazioni condivise dai media mainstream e soprattutto l’idea di futuro riconosciuta e riconosciuta. È un momento di approfondimento della cultura condivisa e di partenza. A questo livello possiamo anche individuare vari possibili trend di interesse.
livello 2 – i Sistemi
Saliamo di livello iniziando a chiederci quali potrebbero essere le cause di quella cultura e cercando quei “Sistemi” che possono esserne all’origine. Questo è il livello di approfondimento più tecnico, che lavora studiando ed osservando la realtà a livello sociale, politico, economico e storico, e ci porta a comprendere i motivi di quei fenomeni e trend individuati nel passaggio precedente.
livello 3 – le Visioni
Un sistema, in una società, si genera per rispondere ad un bisogno di qualche tipo e quel bisogno è dato all’interno di una specifica “Visione del mondo”. Il terzo livello di lavoro col CLA ci porta ad indagare quei valori, strutture di pensiero e cultura, assunti ideologici che ci hanno portati a realizzare tali sistemi.
livello 4 – i Miti
Il livello più astratto e fondamentale, il motore che ha permesso la generazione di tutti i livelli precedenti. Ogni cultura ha un suo “mito fondamentale” (o fondativo) o un insieme di miti, che spiegano il carattere di una cultura o di un popolo. Allo stesso modo, quando generiamo uno scenario di futuro, lo facciamo appoggiandoci inconsapevolmente proprio su quei “miti”, idee e convinzioni talmente diffuse, accettate e profonde, da non essere discutibili (e spesso nemmeno rintracciabili).

Quando scegliere ed usare il CLA
Il CLA è solo una delle tante metodologie che i futuristi ed i professionisti di previsione strategica possono scegliere di usare nel loro lavoro di consulenza, facilitazione e speculazione ed è per cui necessario comprendere nel dettaglio come, quando e perché va usato.
Abbiamo già detto che lo si utilizza per mettere in discussione il presente e quegli scenari di futuro che generiamo da questo presente. È uno strumento molto potente per mettere sotto stress-test le visioni delle organizzazioni e vedere se sono a prova di futuro, proponendo delle alternative e mettendo anche in evidenza se si fondano su ideologie particolari, ad esempio, poco inclusive.
Uno dei termini che citiamo ora è quello della “colonizzazione dei futuri“.
In poche parole: molto spesso quando pensiamo ai futuri, oltre a fare l’errore di estendere sul futuro una specie di “oggi” ripetuto all’infinito, commettiamo un altro errore, cioè pensiamo ai futuri dal punto di vista di una sola mentalità o cultura – tendenzialmente quella occidentale.
In ogni visione di futuro c’è un’ideologia di fondo, è normale e non è possibile fare altrimenti. Ma col CLA è possibile portarlo a consapevolezza. Sia dei presenti nel momento della pratica, delle organizzazioni che mettono in discussione le proprie visioni per aggiornare la cultura e magari anche di share e stakeholders.
Oltre a renderci più consapevoli dei “miti fondativi” delle nostre visioni e dei futuri, il CLA ci permette di cambiare le carte in tavola e proiettare futuri nuovi, diversi, più vicini alle nostre esigenze, a valori nuovi, magari collettivi e condivisi, perché quando arriviamo ai “miti”, possiamo modificarli e poi tornare in alto (dai miti alle litanie) ricostruendo una diversa visione delle cose oggi e domani.

Un esempio di uso del CLA
Nel documento di Sohail Inayatullah su ResearchGate, si trovano diversi esempi di applicazione del CLA, per chi è curioso. Qui riporto un lavoro fatto con la comunità dei CHO (Chief Happiness Officer) italiani, di cui facciamo parte. Un esercizio svolto in un tempo ridotto, rispetto a quello necessario, per utilizzare la tecnica al meglio.
In questa esperienza non abbiamo lavorato su una situazione specifica reale, ma su uno scenario definito a priori, che cercava di raccogliere Litanie, Sistemi, Visioni e Miti dal mondo del lavoro, in Italia.
Al livello di Litanie, abbiamo lavorato raccogliendo stimolazioni attorno ad alcune categorie (che sono state clusterizzate a seguito di una fase divergente):
- il “lavoro sicuro e posto fisso”,
- la difficile situazione della “leadership”,
- la ricerca di un maggiore “equilibrio vita-lavoro”,
- il grande tema sulla “retribuzione e pensione”;
- l’assenza di un reale interesse per benessere e felicità.
Questo ci ha portati a riflettere su Sistemi, come:
- come quello gestionale,
- il recruiting,
- il sistema retributivo;
- l’educativo,
- il sistema valoriale;
- ed abbiamo ragionato anche sull’innovatività e le nuove tecnologie, il mercato del lavoro in generale, gli albi e altro.
Siamo poi risaliti alle Visioni, tra cui:
- il tema della seniority;
- ego ed eco-centrismo;
- realizzazione personale (sul lavoro) ed alienazione (uomo o fatturato al centro);
- gestione e controllo.
Per arrivare, alla fine, a raccogliere tutto questo nella figura di alcuni Miti, sui quali abbiamo lavorato, successivamente, ad una trasformazione nella direzione di un mondo del lavoro migliore (secondo noi).
Questa inforgrafica racconta tutto:

Un nuovo presente, per nuovi futuri
A questo punto, scoperti alcuni possibili miti del presente (dopo aver fatto il lavoro, in salita, dalle litanie), possiamo lavorare nel cambiarli, sostituirli o trasformarli nella direzione che preferiamo, che incarni il nostro sistema valoriale, le visioni per il futuro e per il presente.
Questo ci permette di:
- far emergere il vissuto delle persone coinvolte (cultura, opizioni);
- scoprire eventuali bias cognitivi a fondamento del presente e della cultura aziendale;
- mettere in discussione le visioni del futuro che abbiamo adesso;
- trovare visioni alternative per i futuri;
- avere una base nuova per ricostruire la cultura e la visione aziendale, riscoprire valori, definire un proposito alto, fino ad arrivare a ridefinire procedure e pratiche di ogni giorno.
Un lavoro potente, estremamente utile e semplice da applicare.
Posso aggiungere? È anche estremamente divertente.
Articolo scritto da Matteo Ficara, filosofo, futurista e founder di Happiness for Future
