Che cos’è la felicità? La domanda esiste da migliaia di anni e se un tempo i filosofi ne cercavano la risposta, oggi lo fa la scienza. La teoria più recente? È quella sulla “mature happiness”, la felicità come equilibrio interiore.
La scienza della felicità è una scienza giovane, ma molto vivace e dinamica. Dopo un primo periodo di studi, che hanno portato a vedere la felicità come benessere individuale (felicità edonica) e come ciò che ha a che fare con la nostra realizzazione (felicità eudaimonica), e dopo tanti approfondimenti sui vari interventi e applicazioni, che portano a nutrire e costruire la propria felicità, si è approfondito l’ambito del benessere in circostanze sfidanti.
Happiness
Ci sono delle oggettive difficoltà nel definire felicità e benessere in termini generali, nonostante ciò, si sono identificati nel tempo due tipi di felicità, quella edonica, correlata al benessere soggettivo e alla soddisfazione della vita, (Kahneman, Diener, & Schwarz, 1999), e quella eudaimonica, correlata al “valore dell’attività stessa, non alle esperienze soggettive che l’accompagnano”, al suo senso (Waterman et al., 2010 ). Scopri i modelli scientifici fondamentali, nell’articolo che gli abbiamo dedicato: https://happinessforfuture.it/la-scienza-della-felicita/

Ci sono ragioni per credere che esista un terzo tipo di felicità, che è stata variamente descritta come felicità profonda (Delle Fave et al., 2016), felicità carismatica (Wong, 2011), felicità matura (Wong, 2017a) e sintonizzazione basata sulla felicità (Haybron, 2013; Wong, 2014).
Secondo Wong (2014), la sintonizzazione è uno stato mentale positivo, caratterizzato da un senso di appagamento della vita e dall’essere in pace con se stessi e con il mondo.
A partire dal 2011 c’è quindi una seconda ondata della Psicologia Positiva, quindi, quella 2.0, portata avanti da Wong, ma anche da Antonella Delle Fave, che cerca di prendere il meglio delle altre teorie, integrando la saggezza orientale con gli studi occidentali.
“La felicità matura è caratterizzata da un senso di accettazione, serenità interiore, armonia, appagamento ed essere in pace con se stessi, gli altri e il mondo.” – Wong
La felicità matura comprende infatti sia il benessere psicologico che il benessere eudaimonico, ma va oltre i fattori che contribuiscono a vivere bene in circostanze normali. Attinge alle capacità e ai valori spirituali ed esistenziali delle persone e consente di star bene anche in situazioni sfidanti.
Il punto di partenza della teoria della Mature Happiness, la felicità matura, proposta da Wong e diffusa in maniera cross-culturale, implica che per sostenere una felicità duratura, è importante:
- essere in grado di convivere e superare lo stress e la sofferenza, individuale e globale, potenziando la propria capacità di resilienza;
- comprendere che la felicità non è un istante, ma un processo che si può raggiungere, fiorendo ed esprimendo il meglio di sé, nonostante le nostre ombre.
E anche secondo le ricerche di Etnografia della Specie Felice, che abbiamo fatto come Happiness for Future, intervistando sulla felicità le persone che frequentano il nostro gruppo FB “La Specie Felice“, quello che è emerso è che si comincia a costruire la propria felicità, a prendersi la responsabilità del proprio benessere proprio a partire da un momento di crisi, da uno stop, da un sintomo che è emerso, da un disagio interiore.
“La ferita è il posto dal quale entra la luce” — Rumi
Il nuovo modello di felicità, quindi, è un invito a tornare ad interrogarsi sul senso delle cose, a indagare, a trovare delle possibilità di benessere, che magari non avevamo preso in considerazione. Si inizia a mettere come prioritaria la propria felicità. Insomma, un invito forte a “rimettersi al centro”.
Gli ambiti di approfondimento, proposti da Wong sono:
- serenità interiore o tranquillità;
- essere in pace con la propria coscienza e i propri pensieri;
- essere in pace con il mondo;
- essere in pace con la propria sensazione verso un potere superiore;
- rimanere composti nei momenti buoni o cattivi, evitando sbalzi d’umore;
- essere in sintonia con le circostanze mutevoli;
- sentirsi connessi con tutte le persone, comprese quelle difficili.

Felicità edonica, eudamonica o matura?
La felicità matura è una sorta di terza via, che cerca di integrale le visioni precedenti, andando oltre l’individualismo e osservando che non si può essere felici, se gli altri non sono felici. È definita come uno stato mentale positivo o un senso dell’essere caratterizzato da armonia interiore, tranquillità e interconnessione, anche nei momenti di sofferenza.
Come è possibile mantenere uno stato di centratura ed equilibrio interiore nei momenti più difficili?
Come si può allenare questa competenza?
È sempre possibile allenare la propria felicità, ma bisogna sapere come farlo. Ecco perché per noi la felicità è un equilbrio tra pratiche benessere e consapevolezza.
Qualche stimolo per approfondire alcune chiavi di felicità, che inglobano sia gli aspetti relazionali, sia quelli spirituali, sono proposte da John Schumaker, autore di “In search of Happiness“:
- raggiungere qualcosa di utile e stimolante facendo ciò che si sa fare meglio;
- vivere in una relazione armoniosa con gli altri ed essere accettato come un membro significativo del gruppo;
- godere di relazioni intime con la famiglia e gli amici;
- aiutare gli altri e prendere parte a qualcosa che trascende l’interesse personale;
- accettare i limiti e le realtà imposte dalla vita e dalla natura;
- abbracciare la spiritualità come un aspetto significativo della vita;
- trattandosi l’un l’altro con equità e giustizia;
- godere dei doni della natura nella vita di tutti i giorni;
- imparare cose nuove per poter crescere continuamente;
- apprezzare ogni momento della vita.
Come allenare la propria felicità matura
Come abbiamo visto, grazie ad un recente studio cross-culturale che ha coinvolto oltre 15 paesi in tutto il mondo, la felicità è stata definita come armonia, serenità interiore: la felicità non sono solo le emozioni positive, non è solo la soddisfazione di vita: la felicità è innanzi tutto definita come una condizione di armonia ed equilibrio interiore, così come riporta anche Antonella Delle Fave, in questo video, dove ci introduce allo studio:
Quello che ci resta da comprendere è:
come allenare questa sensazione di equilibrio interiore?
Una delle pratiche che insegniamo, la Coerenza Cardiaca, sembra perfetta per coltivare questo stato di armonia interiore e la capacità di mantenere compostezza e centratura proprio nei momenti più sfidanti, allenando al contempo la resilienza, ovvero la capacità non solo di rialzarsi dopo un momento sfidante, ma anche di prepararsi ad esso e di gestirlo al meglio mentre ci siamo dentro.
È infatti proprio questa la definizione che ci dà l’Heartmath Institute – ideatore delle pratiche di coerenza cardiaca e della tecnologia per misurarla – del “Vantaggio della Resilienza“, nome anche del workshop in cui apprendere le sei pratiche e scoprire tutta la ricerca scientifica a loro fondamento (in oltre 30 anni di ricerca, più di 300 articoli).
La coerenza cardiaca è un modo di mettere il proprio sistema in equilibrio, che passa dalla respirazione, dal richiamo di emozioni e dalla centratura nel cuore.
E se vuoi scoprire altre pratiche che possono aiutarti a raggiungere un equilibrio, ti invitiamo a leggere l’articolo sul nostro modello HEART, che comprende tutte le pratiche che utilizziamo per costruire felicità.