La sensazione del “sentirsi in connessione con tutte le cose” non è solo un tema spirituale, ma trova conferme anche nella scienza. Coltivare questa sensazione comporta una serie di effetti positivi per il benessere. Ecco alcune pratiche che ti aiutano ad aumentare senso di interconnessione.
Viviamo in un mondo dove, paradossalmente, all’iper-connessione digitale, composta da continui scambi di informazioni globali, si contrappone spesso una sensazione di isolamento, separazione, solitudine. Una disconnessione dagli altri, dalla realtà e dal senso delle cose.
Eppure, l’interconnessione è una verità fondamentale della nostra esistenza.
Come esseri umani, siamo parte di un tutto più grande, legati da fili invisibili che ci uniscono agli altri, alla Terra e all’universo intero. E queste non sono solo teorie spirituali, ma ormai sono anche conferme che arrivano dalla ricerca scientifica.
Ma come possiamo riscoprire e rafforzare questa connessione profonda?
Esistono pratiche antiche e moderne che ci aiutano a risvegliare questo senso di appartenenza e unità, contribuendo al nostro benessere fisico, mentale e spirituale.
La scienza dell’interconnessione
Le scoperte della fisica quantistica ci insegnano che ogni cosa è composta da energia e che le particelle subatomiche, anche se distanti, restano collegate attraverso un fenomeno noto come entanglement.
Questo principio ci mostra che nulla è veramente separato e che ogni elemento dell’universo è legato a un altro a un livello fondamentale. Anche se queste nozioni possono sembrare astratte, ci rivelano che non esistono confini rigidi tra noi e ciò che ci circonda. La separazione è un’illusione che cade non appena approfondiamo la nostra percezione.
Le neuroscienze confermano ulteriormente la nostra interconnessione, in particolare quando esaminano il funzionamento del cervello. Il nostro cervello è predisposto per la connessione sociale, come dimostrano le reti neurali che si attivano quando interagiamo con altre persone.
L’empatia e la compassione, per esempio, sono reazioni naturali che ci aiutano a sentire e comprendere le emozioni degli altri. La scienza ha dimostrato che queste esperienze non solo ci fanno sentire più uniti agli altri, ma hanno effetti benefici anche sulla nostra salute fisica e mentale, riducendo stress e ansia.

Il legame con la natura
Non possiamo parlare di interconnessione senza riconoscere il nostro profondo legame con la natura. La teoria della biophilia, sviluppata dal biologo Edward O. Wilson, sostiene che gli esseri umani hanno un’intrinseca affinità con il mondo naturale. Ci siamo evoluti in stretta relazione con l’ambiente che ci circonda, e il distacco dalla natura ha conseguenze negative sul nostro benessere.
Studi scientifici hanno dimostrato che passare del tempo nella natura abbassa la pressione sanguigna, migliora l’umore e riduce i livelli di cortisolo (ormone dello stress). La connessione con la natura ci ricorda che non siamo entità separate, ma parti di un ecosistema interconnesso.
I campi elettromagnetici
Un aspetto ancora più affascinante dell’interconnessione riguarda i campi em (elettromagnetici) che collegano gli esseri umani tra loro e con l’ambiente circostante. Il Global Coherence Project, un’iniziativa di ricerca dell’HeartMath Institute, indaga proprio questi fenomeni.
Studi scientifici hanno dimostrato che il cuore umano emette un campo elettromagnetico che varia a seconda del nostro stato emotivo. Quando ci troviamo in uno stato di coerenza cardiaca – ovvero quando mente, emozioni e corpo sono in armonia – non solo miglioriamo il nostro stato di salute, ma influenziamo positivamente anche le persone e l’ambiente intorno a noi.
Questo progetto ha messo in luce come la coerenza interna degli individui possa contribuire a una maggiore coerenza globale, influenzando il campo energetico della Terra stessa.
Questa interazione energetica, misurata e dimostrata, rafforza l’idea che siamo parte di un campo condiviso, e che ogni nostro pensiero, emozione e azione può avere ripercussioni non solo sulla nostra vita personale, ma anche sull’equilibrio globale.

Quali pratiche per sentirci più interconnessi?
Coerenza Cardiaca
La pratica di coerenza cardiaca, ideata dall’HeartMath® Institute (centro di ricerca che ha condotto anche gli studi sui campi em), è straordinaria per portare in uno stato di centratura e armonia, che ci fa sentire in connessione anzitutto con noi stessi e poi con “il tutto”.
Tra le varie tecniche ideate, ce n’è una che si chiama “Global Coherence”, che ha proprio la finalità di creare un campo elettromagnetico espanso, di grande connessione a livello locale e globale. Questo campo viene poi misurato grazie anche al sensore tecnologico che misura il livello di coerenza cardiaca del singolo, del gruppo e – appunto – globale.
La Mindful Self-Compassion
La Mindful Self-Compassion (autocompassione consapevole) è una pratica sviluppata da Kristin Neff, che unisce la mindfulness all’autocompassione per migliorare la relazione con se stessi. Questa pratica permette di riconoscere le proprie sofferenze con gentilezza, sentendosi collegati agli altri attraverso la comune esperienza umana.
Studi hanno dimostrato che le persone che coltivano l’autocompassione vivono un minore isolamento emotivo, poiché si rendono conto che la sofferenza è una parte condivisa della condizione umana. Questa consapevolezza aiuta a promuovere sentimenti di interconnessione e un senso di appartenenza.
Il Qigong
Un altra pratica che permette di sentirsi connessi con il tutto è il Qigong, un’antica disciplina cinese che combina movimento, respiro e intenzione, profondamente radicato nella filosofia taoista, la quale sottolinea l’armonia tra l’uomo e la natura.
Attraverso esercizi fluidi e meditazione in movimento, il Qigong facilita la connessione con l’energia vitale (Qi) che permea il corpo e l’universo.
Studi scientifici hanno dimostrato che il Qigong migliora la salute mentale, riduce lo stress e promuove un senso di interconnessione tra mente, corpo e ambiente. Questa pratica ci ricorda che siamo parte di un flusso energetico più grande e ci aiuta a coltivare la consapevolezza di questa connessione nella vita quotidiana.

La riscoperta dell’interconnessione
Riconoscere l’interconnessione significa abbracciare una visione della vita in cui comprendiamo che le nostre azioni non influenzano solo noi stessi, ma anche gli altri e l’ambiente. Sentirsi parte di un tutto può portare a una maggiore responsabilità, a vivere con consapevolezza e rispetto per ogni aspetto della vita.
Le sfide quotidiane e lo stress possono farci perdere di vista questa realtà, ma pratiche come la meditazione, la compassione e l’ascolto profondo ci aiutano a ristabilire questo contatto.
Quando ci impegniamo a vivere con l’intento di coltivare la connessione con noi stessi, con gli altri e con il mondo, scopriamo un senso di appartenenza più profondo, un benessere che trascende il singolo e abbraccia l’unità.
L’interconnessione, in definitiva, non è solo un concetto teorico, ma una realtà che si manifesta nella vita di ogni giorno. Siamo tutti parte di una rete invisibile ma potente, che ci lega in modo indissolubile all’energia dell’universo, alla natura e agli altri esseri umani. Coltivare questa consapevolezza ci permette di vivere con maggiore armonia e gratitudine, ricordandoci che non siamo mai soli.
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Articolo scritto da Cristina Pozzi, Ph.D.
Rivisto e sistemato da Matteo Ficara filosofo, futurista, co-founder di Happiness for Future